Meditazione della Domenica delle Palme 2019

14 aprile 2019 – Domenica delle Palme o di Passione C

Liturgia della Parola: 1lettura: Is 50,4-7- Salmo responsoriale: Sal 21 – 2lettura: Fil 2,6-11 – Vangelo: Lc 22,14-23,56

Omelia

Abbiamo ascoltato il racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca, che è l’evangelista che ci accompagna durante quest’anno liturgico. Se leggiamo i vangeli vediamo che gli autori raccontano in modo dettagliato la passione di Gesù, compiutasi nell’arco di un giorno, mentre non fanno altrettanto per la sua missione pubblica durate tre anni. Si comportano così perché avevano compreso l’importanza della sofferenza e della morte di Gesù per la nostra salvezza. Infatti Gesù con la sua morte di croce ha redento il mondo.

Leggendo i vangeli notiamo poi che ci sono divergenze su alcuni particolari secondari, che dipendono dalla tradizione orale a cui hanno attinto e dimostrano che gli evangelisti non si sono messi d’accordo per narrare i fatti.

I vangeli non sono delle fotografie ma dei ritratti. La fotografia riprende una persona come appare in quel preciso momento in cui viene fatto lo scatto. Tutti quelli che la fotografano in quel momento la colgono allo stesso modo. Il ritratto dipinto da un pittore coglie anche i sentimenti della persona. E se il pittore la conosce, è capace anche di evidenziare nel ritratto qualcosa del suo carattere. Così pittori diversi possono cogliere e far risaltare nel ritratto aspetti diversi della stessa persona. I quattro vangeli sono ritratti non fotografie.

Luca nel vangelo sta attento a cogliere la misericordia di Gesù e il suo impegno nella preghiera. E’ lui solo che racconta la parabola del figliol prodigo e quella della vedova importuna, che Gesù addita come esempio di pazienza da imitare nella preghiera continua.

Nel racconto della passione di Luca risalta quindi la misericordia di Gesù e la preghiera. Gesù crocifisso prega per i suoi persecutori e li scusa: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Un’altra caratteristica della passione di Luca è il dialogo di Gesù con quelli che incontra. Gesù parla con le donne di Gerusalemme che facevano lamenti su di lui, con il buon ladrone sulla croce, e soprattutto con il Padre. Gesù muore dialogando con il Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».

Nel Passione secondo Luca sono i capi religiosi che spingono Pilato a condannare Gesù. Il popolo tiene un comportamento più defilato da spettatore: «Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano». E dopo la morte di Gesù «tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto». Il popolo nella sua semplicità intuisce il valoro redentivo della morte di Gesù. Nel racconto di Luca la passione è opera del demonio che si serve degli uomini per preparare la persecuzione contro Gesù, il quale dice a quelli che sono andati ad arrestarlo: «Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

Sono molti gli uomini che concorrono a perseguitare o a far soffrire Gesù. Innanzitutto i capi religiosi, poi Giuda che glielo consegna, Pietro che lo rinnega, Pilato che lo lascia condannare ingiustamente, i soldati che lo umiliano e lo seviziano, il cattivo ladrone che lo sfida. Gesù soffre e muore, amando e perdonando, vincendo il male con l’amore.

La passione di Gesù si ripropone nella nostra vita, perché ogni giorno siamo chiamati a scegliere da che parte stare, se dalla parte di Gesù o dalla parte del demonio che lo ha fatto soffrire. Allora il demonio si è servito di uomini per far soffrire Gesù, oggi si serve di tanti uomini e vuole servirsi anche di noi per far soffrire il prossimo.  Se stiamo dalla parte di Gesù dobbiamo amare come lui, senza lasciarci vincere dal male, senza rendere male per male. Se stiamo dalla sua parte dobbiamo riconoscere i nostri peccati ed affidarci a lui, come fa il buon ladrone, chiedendogli di ricordarsi di noi.