Lettera novembre 2019

Carissimi fedeli, pace e bene.
Siamo arrivati alla quinta domanda del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Con questa domanda Gesù ci insegna a tenere bene in mente che siamo peccatori e abbiamo bisogno in continuazione del perdono di Dio. Da noi stessi siamo capaci di peccare, ma non abbiamo poi la forza di togliere il peccato dalla nostra coscienza. Solo il perdono di Dio ci può liberare, creando in noi un cuore nuovo. Quando pecchiamo facciamo un uso sbagliato della libertà, seguendo i suggerimenti del demonio che ci tenta, perché disobbediamo a Dio e ci distacchiamo da lui. Si parla di peccato veniale, quando la disobbedienza riguarda cose leggere, e mortale, quando riguarda cose importanti come i dieci comandamenti. Viene chiamato mortale perché spezza la comunione vitale con Dio. Per il perdono dei peccati veniali basta un atto di pentimento, per la remissione dei peccati mortali è necessaria anche la confessione sacramentale. La condizione fondamentale per ottenere il perdono di Dio è in tutti i casi il pentimento sincero. Nella domanda Gesù, mentre ci insegna a chiedere perdono, ci fa assumere l’impegno a perdonare quelli che ci hanno offeso. Il perdono delle offese è una delle 7 opere di misericordia spirituale, e la misericordia, come dice la Scrittura, copre una moltitudine di peccati. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, siano con tutti voi.

Don Alfonso